
Ad esempio è reperibile in:
Propongo una breve intervista con
l’autore Fabio Carta:
Ciao Fabio, benvenuto sul mio blog.
Bentrovato
a te, Glauco, e grazie per avermi invitato.
Come ti è venuta l’idea di ARMA
INFERO, un ciclo cavalleresco trasponendolo
però in versione fantascientifica?
Arma
Infero è nato quasi di getto, culmine di tutte le mie passioni che hanno, a un
certo punto della mia vita, trovato sfogo nella scrittura. Sentivo il bisogno
di scrivere una grande storia, epica, fantascientifica. La mia ispirazione trae
origine proprio dai miei interessi principali in tal senso, ovvero dalle opere
classiche del ciclo arturiano e dagli autori del genere fantasy /
fantascientifico come “Dune” e “Guerre Stellari”, la Terra di Mezzo di Tolkien
e la grande space opera di Asimov e
Simmons.
La scrittura dei due romanzi è
piuttosto elaborata, con frasi della costruzione complessa eppure sempre ben
comprensibile. Come hai evoluto questo modo di scrivere?
Volevo
scrivere un diario, una cronaca, il racconto altisonante e malinconico di un
anziano davanti a dei giovani; retorica e melodramma non potevano non esserci.
Per questo la mia prosa è in prima persone, ricca di terminologie arcaiche e
tecniche. Volevo inoltre che si avvertisse una netto distacco dai canoni
standard odierni, in termini di stile; non migliore o peggiore, semplicemente
diverso. E di certo non a scapito della comunicabilità e fruibilità. Spero di
esserci riuscito.
C’è in ARMA INFERO un personaggio
che prediligi tra tutti, o ami le tue “creature” tutte allo stesso modo? Io
sono stato colpito particolarmente dal personaggio di Lakon.
Lakon è un
personaggio che da subito di intuisce vasto e importante; da parte mia l’ho
sempre considerato come una specie di “evento storico” incarnato, e solo di
tanto in tanto mi sono divertito a giocare, spesso con ironia, con le sue
emozioni umane (o pseudo-tali) nel solco però sempre di una superiore
inevitabilità, un destino praticamente già scritto. Lakon è distante. Karan è
invece un uomo colmo di difetti, passioni, contraddizioni; Karan è stato il mio
punto di vista, la focalizzazione dell’intera storia. “Insieme” con lui ho
elaborato e interpretato un intero mondo. Non posso non ammettere la preferenza
per quel povero diavolo “senzaterra”.
Cosa leggeremo ne “I cieli di Muareb”?
Tratterà della guerra civile che stava per scatenarsi al termine de “Il Mastro
di Forgia”?
Mi piace
presentare la saga di Arma Infero come un planetary romance, ma anche, più
modernamente, come military sci-fi. Questo per dire che se la guerra si
intuisce ne “Il Mastro di Forgia”- che nell’antefatto ne anticipa la portata
catastrofica - ne “I Cieli di Muareb” se ne leggerà in abbondanza. Dai duelli e
dalle schermaglie di confine del volume 1 si passa decisamente a una serie di
battaglie: guerra campale! Con il coinvolgimento di nuove specialità, nuove
armi, nuove tecnologie. Una nuova ricetta, speriamo che piaccia.
Grazie di cuore, Fabio, per il tempo
che mi hai concesso. Ti auguro per i prossimi scritti un successo sempre
maggiore.
Grazie a
te Glauco. Attendo con ansia la tua opinione sul mio nuovo romanzo. Ciao a
presto!